L’avventura inizia!!!!!
Si salpa sabato 17 novembre ’07 alle 13 dal porto di Genova: “Mauni” saluta la sua gemella “Capolino” e via verso Gibilterra.
In equipaggio:
Mauro, l’armatore,
Claudio, velista pronto a tutto
Walter, skipper con la sua compagna Micaela (la hostess)
…e Alfonso, comandante (fin dove mi vorranno) e riparatore full time.
Si comincia stilando la lista dei turni di guardia: 4h. a testa fuori alla ruota e 4h. di guardia all’interno. Intanto Micaela, si prende cura dell’equipaggio preparando degli ottimi piatti (non vi dico di quanto è scesa la linea di galleggiamento da quanto è stato stivato…).
Il tempo sembra accompagnarci: Grecale fino alle Porquerolles, poi il vento gira e un’onda cattiva ci fa picchiare duro; rifugiamo a Tolone. Giusto il tempo di sentire il meteo e fare colazione e puntiamo sul Golfo del Leone che ci accoglie con un’onda di 2 metri da SW. Facciamo l’inchino al Leone (i vecchi marinai sanno…), accostiamo verso Marsiglia e tutto comincia a diventare facile; in poche ore il vento cala e sopraggiunge la bonaccia. Riprendiamo rotta su Barcellona: tramonto rosso fuoco ammirando il vecchio Leone che ha solo ruggito (per fortuna!).
Breve tappa a Barcellona per fare carburante e siamo in rotta su Alicante.
Se Nettuno e Tritone vorranno in 30 ore saremo su Gibilterra.
Sono le 23.45 di martedì 20 novembre, sono di guardia alla ruota, non fa più così freddo e ho appena finito di dettare la crono al telefono. Un abbraccio dal comandante e….a risentirci
Merc.21/XI A circa 30mg. da Cabo de Gata incappiamo in un groppo (vento fino a 35kts. con pioggia forte): dobbiamo prendere 3 mani di terzaroli e issare il solent a prua. Una sorpresa…scopriamo che la terza mano è stata armata al posto della prima sul boma…
Bestemmiando ai “tecnici” polacchi addetti alle riparazioni in garanzia (la randa era stata smontata e riparata da loro a Genova), salgo sul boma e “cullato” dal vento e dalle onde ripristino il giusto circuito…; sfiniti ci meritiamo una doccia con birra.
Finalmente alle 16, terminato il mio turno all’esterno, mi sposto in dinette di guardia per le mie 4 ore dentro in stand by.
In serata decidiamo di fermarci a Porto Carbonera. Una buona cena a base di lampuga di 4Kg. pescata alla traina durante il giorno e poi a nanna…FERMI!!! …fino alle 8.30 del
Giov.22/Xl Si riparte con appena un accenno di vento ma girato il capo de Gata il vento maledetto SW ci attende con la sua onda e potenza (fino a 28nodi di reale) perciò di nuovo bolina.
Tra spruzzi e salti risaliamo verso lo stretto: 130mg. ci aspettano.
Tentiamo una sortita verso il largo ma appena fuori di 10mg. il mare diventa enorme e il vento sale fino a 38nodi di reale (l’effetto Venturi dello Stretto si fa sentire con onde enormi e maestose); il Mauni si inerpica, scende e, scrollandosi nei cavi delle onde, risale. Sul vhf continuiamo a sentire i “security” della forte mareggiata ma fa più paura l’entrata in un porto di notte che proseguire su un mare enorme… Sono le 22, sono fuori alla ruota, ho finito di dettare la crono al telefono tra una montagna russa e l’altra in rotta su Gibilterra.
Notte da ricordare sotto un cielo pieno di stelle!!!
Ven. 23/XI Anche oggi tutto il giorno di bolina col vento sul muso: giornata faticosa ma alla fine ce la facciamo!!!! Sono circa le 19 e finalmente siamo in rada nel golfo di Gibilterra con punta Europa alla nostra dritta…pensiamo di restare qui per la notte prima del grande salto ma….piccolo imprevisto..la giornata non è ancora finita…scopriamo che qui in banchina vicino alla dogana, non si può stare; alcuni inglesi ci urlano di spostarci (zona riservata)…finalmente verso le 21 ormeggiamo al marina vicino all’aeroporto, sistemata la barca possiamo dedicarci al nostro stomaco e poi al volo in cuccetta!!!
E’ trascorsa una settimana dalla nostra partenza e abbiamo percorso circa 1000 mg. (zig zag compresi…)e nei vari spostamenti in questo enorme golfo siamo anche riusciti a vedere una nave affondata su un fondale di 30 mt. (una parte sott’acqua e la poppa ancora fuori)
Sab. 24/XI Osserviamo il meteo, ci guardiamo intorno e tentiamo di uscire da Gibilterra diretti verso le Canarie ma non siamo ancora fuori dallo stretto che il mare si rivela davvero enorme: la preparazione dell’equipaggio non è ancora adeguata per affrontare più giorni in una simile condizione….sento “Haona”, un altro catamarano con la nostra stessa destinazione e mi conferma mare in burrasca forza 8-9! Parlo con l’equipaggio e reputo di rinviare la partenza a domani visto che ci dovrebbe essere un’attenuazione….ne approfittiamo per sistemare un po’ la barca in banchina e riposarci un po’.
Dom. 25/XI sarà la volta buona?! Stamattina il vento da NE è di 15-20 nodi e l’onda è ancora molto grossa; ci sono enormi frangenti al centro del canale ma possiamo tentare…usciamo con allegria e tanta speranza. Il bollettino conferma vento da NE con mare in calo…speriamo!!!! Riusciamo a vedere una nave, non lontana da noi, anch’essa nel canale di Gibilterra, e pensate…quando entra nel cavo dell’onda sparisce completamente la poppa….noi spariamo del tutto…
Sono le 10 del mattino, abbiamo tolto gli ormeggi e la prua va verso le Canarie…e l’Oceano….800mg. prima dell’ultima tappa! Se tutto procederà secondo i piani potremo risentirci tra circa 4 giorni alle isole…e al caldo! Usciti dal canale di Gibilterra, un buon vento da Est ci spinge in Atlantico con punte sui 10 nodi di velocità poi si stabilizza sui 20 nodi reali e le miglia scorrono veloci per 2 gg.; teniamo una media sui 7,5nodi poi tra il gennaker e la randa svolgiamo anche il solent; riusciamo a toccare punte da 9,5nodi ma il vento tende a calare e comunque si procede….
Lun. 26/XI attorno a noi solo il respiro dell’oceano e lo stridio dei delfini in visita che spesso in questo tratto si fanno vedere e giocano(in particolare una femmina con un graffio riconoscibile sul muso salta a fianco dello scafo di sinistra…si è affezionata).
Mar. 27/XI siamo al terzo giorno di navigazione senza vedere terra, ormai tutti sono entrati nel turn-over e i cambi alla guardia si alternano senza problemi.
Mer. 28/XI nella notte avvistiamo il nostro primo groppo oceanico; sono di turno alla ruota e sul radar mi appare un’enorme macchia distante da noi 2mg. : il marpa me lo da in avvicinamento; velocemente riavvolgo il gennaker, esco col solent e do 3 mani alla randa, inizia a piovere, mi aspetto il colpo di vento ma…ci ha graziati e sfila velocemente di prua. La giornata trascorre nella normalità tra turni di guardia, controlli e riparazioni.
Gio. 29/XI finalmente in mattinata avvistiamo terra! Verso le 9.45 siamo al traverso di Lanzarote, la prima delle isole Canarie ma non è lì che dobbiamo fermarci; in tarda mattinata decidiamo di fare una sosta in baia Negra a Fuerte Ventura lato Ovest per liberarci di una lenza impigliata nell’elica di sx. Errore: diamo ancora su 8 mt. di fondale molto torbido e al momento di recuperare il “ferro” constatiamo che si è incattivito sul fondale di rocce. Pensiamo di scendere con le bombole per liberarla ma fortunatamente nell’ultimo tentativo riusciamo a spedarla. Ripartiamo per Las Palmas, capoluogo della Gran Canaria e, a circa 20mg. dal porto, in tarda serata, avvistiamo un razzo di segnalazione. Decidiamo che potrebbe essere 1 richiesta d’aiuto e immediatamente contattiamo la capitaneria di Las Palmas e diamo un raggio di coordinate; finalmente alle 22 circa siamo in porto. La Gran Canaria è, scendendo lungo la costa dell’Africa e guardando verso sx., la terza isola che si incontra, non è la più grande ma è la più fornita come servizi ed è qui che faremo gli ultimi preparativi.
Ven. 30/XI fermi in porto a Las Palmas; ognuno occupato, oltre che a riposarsi, a fare un po’ di tutto: si lava e si prepara la barca, si fa il bucato, si acquistano cibi freschi,(incontro anche l’amico Claudio che sta trasferendo un catamarano ai caraibi, un lagoon 42, ci eravamo già incrociati a Gibilterra ed avevamo passato una bella serata insieme) si guarda il meteo, ecc. ecc. e la giornata vola.
Sab. 01/XII proseguono i preparativi e Mauro, l’armatore, mi chiede di partire in serata. Alle 18, ora italiana, togliamo gli ormeggi, per alcune ore riusciamo ancora a sentire amici e parenti al telefono mentre la barca sfila tra le isole…..
Dom. 02/XII siamo in oceano,riusciamo ancora ad inviare qualche sms. che dice: “rotta 250°,seguiremo gli Alisei e punteremo sul Venezuela, lasciandoci al traverso l’isola di Margarita, ci aspettano circa 3200mg.,più o meno 20gg. di navigazione.
Lun. 03/XII Il meteo sul navtex parla di una grossa perturbazione sulla Spagna e la sua coda dà mare in burrasca sull’Atlantico sino alle basse latitudini coinvolgendo le Canarie sino a 18° N di lat.; ci prepariamo. Sin dal mattino un’onda lunga da N/O preannuncia il brutto che arriva. Nel pomeriggio il vento tocca punte di 45 nodi: scappiamo con tre mani e basta su un mare enorme al giardinetto. Tocchiamo punte di 17 nodi scivolando lungo cavi e risalendo creste tra scossoni e onde che ci frangono tutto intorno: la notte trascorre per tutti insonne.
Mar. 04/XII Il giorno ci mostra un mare tutto bianco ma abbastanza regolare, un pensiero mi sfiora: se dovessimo ritornare indietro sarebbe quasi impossibile… Durante la giornata il mare va a calmare ed il vento in serata si stabilizza sui soliti 20-25 nodi reali, aliseo da Est.
Giov. 06/XIILa vita a bordo ritorna ad essere regolare; scopriamo nel dare tutta tela alla randa che il punto di mura si è strappato: riusciamo, dando la prima mano, ad avere il punto ad altezza tuga e con pazienza ricuciamo nuove fettucce. Scendendo di latitudine la temperatura inizia ad essere gradevole, gli strati dei vestiti diminuiscono e diventa piacevole pennichellare al sole. Inoltre una buona notizia dall’organizzazione della TransArc con cui eravamo in comunicazione via tel. Satellitare: ci confermano che il possibile ultimo tropical storm della stagione è in dissolvimento (ne seguivamo l’evoluzione via Internet ed onestamente la possibilità di trovarmici in mezzo non mi rallegrava….). Le isole di Capo Verde si avvicinano e sulle pilot chart ci danno buono per cominciare a pensare di accostare per S/Ovest; finalmente a circa 300 mg. da Capo Verde in lat. 20°N decido di accostare…l’oceano è davanti a noi!!! L’aliseo è costante dai 18 a 26 di reale, con piccole punte sui 10 nodi di calo, davanti a noi abbiamo, a 600 mg., le barche più lente della TransArc e loro sono partite il 24 novembre, 8gg. Prima da Las Palmas. Le nostre medie giornaliere si attestano sulle 200mg. La cucina è buona e Michaela si destreggia bene nella preparazione del pesce pescato dal nostro armatore Mauro (ormai soprannominato “dorados”): bellissime lampughe oceaniche sui 2kg. ed alcune arrivano a 10kg.; i pesci volanti invece sono un po’ troppo forti come gusto anche se cucinati in salamoia con aceto e cipolle.
Sab. 08/XII Al mattino arrivano, dopo alcuni giorni di strane forme avvistate,…le balenottere!! Sono un gruppo di 4, forse 5 e ci mostrano quanto sono veloci nel raggiungerci ed affiancarsi allo scafo, …ci rilassiamo..per fortuna sono “piccole”, 8/9 metri e giocano senza segni di ostilità; sulle prime ci spaventa la loro vicinanza ma poi, vedere la loro bravura nello sfiorarci, ci “abitua” alla loro presenza anche se sarà un problema pescare. Nel pomeriggio un groppo ci dà una bella lavata ma senza salto di vento: 25/28 nodi; nella notte invece, uno, irrompendo con un grosso colpo di vento, ci fa partire sui 17.5 nodi, fortuna che la regola di bordo è sempre ridurre al loro avvicinarsi e soprattutto chiudere il gennaker.
Dom. 09/XII Nella notte siamo circondati da groppi che fortunatamente si risolvono con scrosci d’acqua ma senza grosse variazioni di vento e, al mattino, solita pulizia della barca per ridare al mare i pesci volanti finiti a bordo. Alla radio, dopo giorni di silenzio, si cominciano a sentire le chiamate di barche che stanno convergendo sulla rotta di arrivo ai Caraibi lat.14/18°. In mattinata parliamo con una coppia di inglesi su un 10 mt. …non oso pensare come si sta su un guscio simile con mare 8-9 ed onda di 5-7 mt.: noi, rispetto a loro, siamo su una petroliera.
Lun. 10/XII Durante la mattinata cambiamo finalmente mura -era dalla burrasca delle Canarie che tenevamo mure a sinistra, con un aliseo esattamente da levante- ora è ruotato a 50-60° divenendo un Nord/Est e mettendoci in perfetta rotta per Tobago/islas Margherita. Cogliamo l’occasione per sostituire la stecca alta della randa, rotta durante la burrasca delle Canarie, la barca ci ringrazia regalandoci punte di 14 nodi, con medie di 11 ed il gps ci pone a 1400mg. all’arrivo.
Merc. 12/XII La notte precedente avevamo tenuto tutta tela con randa, solent e gennaker ottenendo la miglior media: 230mg. in 24 ore, fantastico, ma..che stress!!! Il tempo però peggiora ed ora una linea di groppi gonfi e neri ci costringono a ridurre la tela da poter tenere, l’onda gonfia fa soffrire il pilota automatico costringendoci a timonare.
Giov. 13/XII Il vento ruota a levante, 90-100°, costringendoci a strambare per poter scendere di latitudine, siamo a N16°10’ W49°53’, iniziamo sotto lo sguardo curioso di due balene grigie, manovra riuscita in pochi minuti, il nuovo bordo risulta velocissimo e partiamo a 10nodi con 23nodi di reale, rotta su Grenada a 998mg. all’arrivo.
Ven. 14/XII Notte con groppi che ci permettono di arrivare a punte di 15-16 nodi, riusciamo a tenere la randa con una mano, solent e gennaker con 30 nodi di reale. Il mare è enorme ma abbiamo fatto il callo; poi in mattinata, durante il mio turno di guardia, sento uno schiocco e… il gennaker ci lascia, si strappa di netto in due pezzi, lo ammainiamo e scopro il perché del fattaccio: la redancia in acciaio del punto di penna rompendosi, aveva provocato una grossa sollecitazione con contraccolpo e conseguente aumento di pressione sul tessuto del gennaker…ecco il motivo della sua lacerazione! Seppelliamo le spoglie in un gavone poiché la riparazione in questo caso era praticamente impossibile. Proviamo allora una farfalla..con successo, la barca risponde bene ed è in rotta con una velocità discreta di 7,5nodi: ci accontentiamo, mancano 650mg.
Sab. 15/XII Grossi groppi nella notte, siamo costretti a ridurre; in uno di questi le raffiche raggiungono i 45 nodi, diamo tre mani e solent, in mattinata tutto si stabilizza e ritorniamo a tutta tela. Questa notte, sotto un groppo ed un diluvio di acqua, ho sentito la “stanchezza”, una stanchezza muta, dolorosa, fatta di ore insonni, avarie, rotture, burrasche e miglia, tante miglia, per un obbligo di arrivare entro una determinata data, causa un charter che la barca deve effettuare al suo arrivo, con una penale come una spada di Damocle, e mi sono visto logoro e impotente. Nel pomeriggio una barca a vela di due alberi, sulla nostra stessa rotta, naviga tranquilla sotto un piccolo gennaker da vento forte, “loro” sono partiti da Las Palmas il 24 novembre, noi il 1 dicembre e… li stiamo superando.. noto la loro allegria al vhf
Dom.16/XII ….poi all’improvviso un altro imprevisto…il pilota automatico perde olio dalla pompa e gira a vuoto…provo a rabboccarlo riportandolo al giusto livello ma la perdita è eccessiva. Cerco nei ricambi a bordo se ci sono le guarnizioni di rispetto ma con un brivido mi accorgo che il cantiere non ha inserito i ricambi; tento una riparazione di fortuna ma non c’è verso: ci toccherà timonare rinunciando al fido pilota automatico. Siamo comunque a buon punto e l’allegria che precede l’arrivo fa sì che non ci si abbatta, anzi, nasce la competizione su chi riuscirà ad ottenere la miglior velocità e il maggior numero di miglia durante il proprio turno di guardia. Le ore trascorrono tranquille, l’aliseo resta stabile e ogni tanto ci saluta qualche groppo ma senza grossi disturbi.
La navigazione prosegue e all’improvviso, al tramonto, si staglia la sagoma di Grenada, la prima a sud delle isole Grenadines….grandi festeggiamenti con cena luculliana e brindisi; durante la notte ce la lasciamo al traverso proseguendo la navigazione in discesa verso la costa del Venezuela e prua su Los Testigos, l’isola delle tartarughe. Verso Mezzanotte, durante il mio turno di guardia affiancato da Mauro, notiamo delle luci in scia che continuano a seguirci: il radar ci segnala un’imbarcazione presumibilmente di 40 piedi in avvicinamento sulla nostra poppa. Ci consultiamo a vicenda e, data la zona di mare conosciuta come pericolosa per possibili atti di pirateria, decidiamo di spegnere tutte le luci comprese quelle di navigazione e accostiamo a dritta di 40° per allontanarci dalla costa e tentare di seminare l’imbarcazione sospetta confidando nel buio della notte senza luna e nella nostra velocità – stiamo facendo 9 nodi abbondanti a vela-. Nel frattempo Mauro al vhf, inviava messaggi in inglese e portoghese, lingua locale, minacciando l’imbarcazione di allontanarsi e che se avessero insistito nel seguirci, alla loro vista, avrebbe aperto il fuoco. Resto a bocca aperta nell’ascoltare tale minaccia e penso: “Ma con cosa spariamo? Abbiamo armi a bordo o spariamo con le bottiglie di spumante???”. Col passare dei minuti sul radar il segnale si allontana verso la costa venezuelana, noi, per sicurezza, aspettiamo una buona ora prima di riprendere la nostra rotta e, a luci spente, proseguiamo la navigazione ma, anche con una buona bottiglia, fatichiamo a rilassarci.
Finalmente all’alba intravediamo Los Testigos e saremmo tentati di fare una sosta ma il tempo a nostra disposizione è tiranno e a malincuore proseguiamo verso Isla de Margarita dove passiamo nel canale tra l’isola e la terra ferma.
Proseguiamo verso il Parque Nacional Mochima: accostiamo moltissimo alle isole che sono di una bellezza unica e quasi tutte completamente disabitate; veniamo letteralmente assaliti dai delfini che ci accompagnano per ore verso la nostra destinazione. Si tratta di un tipo di delfini molto piccoli e affusolati, di colore grigio scuro e con dei musetti di una simpatia unica. Tiriamo subito via le lenze per paura di ferirli e percorriamo alcune miglia del nostro cammino con loro. Per molte ore continuiamo a vedere isolette molto belle e disabitate tra cui alcune completamente ricoperte di mangrovie.
Intanto si cominciano ad avvistare petroliere ferme in rada che aspettano di imbarcare petrolio proveniente dalle raffinerie di Porto de la Cruz, la nostra meta.
Passiamo vicino ad un’isoletta con una piccolissima spiaggia, una piccola baracca e dei bambini nudi che giocano sulla riva; i nostri e i loro sguardi si incrociano…lo stupore è reciproco: il loro probabilmente per la nostra ricchezza e il nostro per la loro povertà…passano pochi istanti e incrociamo la barca probabilmente del loro papà, un misero tronco scavato.
Nel giro di poche miglia ci troviamo di fronte a diversità di ogni tipo: davanti a noi la rada di Puerto de la Cruz piena di petroliere all’ancora, più avanti complessi residenziali turistici pieni di ogni ricchezza materiale e qua e là isolette microscopiche dove sembra che il progresso non esista.
Passiamo tra le petroliere alla fonda e davanti a noi si staglia il complesso turistico “El Morro”, una “Venezia” piena di canali con parchi, ville, palazzi di 10-12 piani e campi da golf. Entriamo nel canale di accesso e sfiliamo di fianco a banchine colme di imbarcazioni…di ogni misura.
Venti minuti e siamo davanti all’ormeggio del Mauni dove ci attendono i marinai e la compagna del nostro armatore Mauro.
Ormeggiamo ancora rapiti dal luogo quasi senza renderci conto che siamo arrivati…abbiamo percorso 5000 miglia da Genova al Porto de la Cruz in 32 giorni: praticamente 170 miglia al giorno tenendo conto dei due giorni di pausa a Gibilterra e a Las Palmas. Una media di 7 nodi!
Poi il pensiero al ritorno, agli affetti, agli amici, alle mille cose che aspettano il mio rientro…Ringrazio Il ‘’Mauni’’ grande catamarano che mi ha dato veramente pochi problemi, sempre mansueto e dolce…mai una vera preoccupazione mai un dispetto…mi sono sempre sentito al sicuro, l’ho amato e penso che mi abbia corrisposto.
Al mio amico Mauro ‘’Armatore‘’, auguro di poter godere per molti anni, di una barca così tranquilla nella conduzione e nel contempo possente e veloce.
Al resto dell’equipaggio Claudio, Micaela e Walter…. spero di rivedervi in posti magnifici su bellissime Barche!
A Voi che avete avuto la pazienza di leggermi, l’Augurio di poter vivere l’avventura di una traversata negli Alisei…un giorno…
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